Categories
Artificial intelligence Global Eye on ... Technology

AI. Dopo Bletchley Park, c’è chi pensa ad ‘AI sovrane’

(Carlo Rebecchi)

Intelligenza artificiale, archiviato Bletchley Park. L’entusiasmo lascia il posto alla realtà e c’è già chi pensa ad “AI sovrane”.

L’ “AI safety summit” svoltosi all’inizio di novembre a Bletchley Park, a Londra, per iniziativa del premier britannico Rishi Sunak si era concluso in un clima di euforia. Per definire i risultati della loro riunione, capi di governo, ministri e scienziati di ogni cultura e colore hanno rispolverato l’aggettivo “storico”, ed effettivamente vedere i rappresentanti degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e della Cina d’accordo sulla necessità di regole “per lo sviluppo dell’AI chiare e valide per tutti” non era in partenza del tutto scontato. Un mese dopo Bletchley Park, l’entusiasmo è ancora vivo, ma dei distinguo cominciano a farsi sentire. E c’è anche chi si dice apertamente favorevole ad “AI sovrane”.

Alla vigilia del vertice, Sumnk, aveva espresso “preoccupazione” per i rischi (definiti da Elon Musk “esistenziali”) che lo sviluppo dell’AI potrebbe far correre soprattutto in materia di cybersicurezza e di biotecnologie, oltre che per la possibilità che i sistemi di intelligenza artificiale possano amplificare il fenomeno della disinformazione. La risposta del summit di Bletchley Park era stata tranquillizzante, data la volontà espressa da tutti di “identificare i rischi per la sicurezza con un approccio mondiale”. E di elaborare politiche “basate sui rischi nei nostri Paesi”, riconoscendo nel contempo che “gli approcci nazionali possono essere differenti in funzione degli interessi nazionali”.

Per Sabine Suesstrung, direttrice del laboratorio di immagini dell’EPFL di Losanna, questo risultato è “molto positivo” perché, ha spiegato in un’intervista al quotidiano svizzero Le Temps, anche se la dichiarazione finale del summit “è ancora vaga, sembra che le diverse nazioni siano realmente interessate a collaborare attivamente all’elaborazione di direttive e regole comuni”. L’interrogativo, a questo punto, è di capire se gli interessi geopolitici dei diversi Paesi finiranno per trasformare la dichiarazione di Bletchley Park “in una conchiglia vuota”.

Per quanto riguarda gli Stati, Suesstrung crede che esista “la volontà realistica almeno di provarci. Gli Stati hanno capito che l’impatto dell’IA sarà immenso sul piano economico e, potenzialmente, anche su quello politico; e che, come governi, essi devono, se non giocare d’anticipo, almeno non essere troppo in ritardo. Altrimenti le forme attuali di governo potrebbero cessare di esistere”.

Secondo l’editorialista di Le Temps, Anouch Seydghia, “il dibattito sull’AI merita una maggiore sincerità. Non bisogna nasconderselo: dietro all’apparente consenso mondiale gli interessi geopolitici finiranno con il prevalere. Nessuno immagina che gli Stati Uniti possano accettare di indebolire i loro imperi digitali. Né che la Cina possa accettare che organismi esterni ispezionino i logaritmi dei suoi campioni tecnologici”.

Aziende statunitensi come Open AI, DeepMind o Microsoft, sono del resto già da tempo impegnate, con un lavoro incessante di lobbying, per rendere il più debole possibile la futura regolamentazione europea dell’AI.

In Svizzera, Paese che ha sottoscritto la dichiarazione finale di Bletchley Park, un’ azienda informatica di Ginevra, Infomaniak, si è intanto già lanciata sulla via di una “AI sovrana” capace di sostituire fornitori di servizi già attivi come Chat-GPT, Bard o Bing. Il nuovo software, basato su una tecnologia open source e “con dati trattati esclusivamente in Svizzera”, è una versione personalizzata di Falcon LLM, il modello di linguaggio considerato come uno dei più performanti sul mercato.

Falcon non è né americano, né europeo né asiatico. E’ sviluppato dal Technology Innovation Institute degli Emirati Arabi Uniti, che lo mette liberamente a disposizione di tutti. Nello scorso settembre, presentando l’ultima versione di Falcon, uno dei responsabili emiratini aveva affermato che Falcon “illustra il nostro impegno a respingere le frontiere dell’AI e noi siamo felici di condividere il suo illimitato potenziale con il mondo”. La domanda che viene spontanea è: senza secondi fini?

(riproduzione autorizzata citando la fonte)