(testo di Marzia Giglioli – foto di Ines Pellegrini)
Hollywood: per ora è tregua con l’AI. Firmato accordo con gli attori che saranno più protetti. Ma è solo l’inizio
Lo sciopero degli attori di Hollywood è terminato dopo oltre 100 giorni di blocco. Da poche ore e’ stato siglato un accordo con le case di produzione per arginare i rischi dell’intelligenza artificiale e della sua ‘invasività’ , che era uno dei punti che aveva scatenato la mega protesta, oltre a rivendicazioni salariali e previdenziali. Gli attori erano rimasti in trincea fino ad oggi mentre nei giorni scorsi si era raggiunto un accordo tra le grandi piattaforme, i big della produzione cinematografica e TV, gli autori e gli sceneggiatori, anche loro in trincea per difendersi dagli effetti sostitutivi dell’AI.
Hollywood tira un sospiro di sollievo, ma i danni per l’industria cinematografica e televisiva sono stati importanti e hanno coinvolto oltre 2 milioni di persone.
Nelle ultime ore, le due parti hanno continuato a ritoccare il documento finale che vedrà, e questa sembra essere la vera vittoria del sindacato attori, la ‘protezione assoluta’ rispetto alla concorrenza dell’ intelligenza artificiale.
Si tratta, spiega il sindacato, di un contratto da oltre un miliardo di dollari. SAG-AFTRA parla di ‘contratto che consentirà ai membri di ogni categoria di costruire carriere sostenibili’.
Si tratta comunque di un accordo provvisorio tutto da verificare.
L’uso dell’ AI nel settore creativo ha dei confini ancora incerti, soprattutto indecifrabili. Ma per ora è tregua. Almeno negli studios di Hollywood.
Ma i ‘danni’ dello strike e del cambio di passo che si profila stanno provocando una serie di effetti a catena.
A soffrire di più è il settore della produzione indipendente, al quale appartengono i ‘puristi’ del cinema che temono un periodo di crisi pesante perché lo sciopero ha comportato un blocco di produzione che si somma al periodo del Covid di cui ancora si sentono gli strascichi. Di fatto, le grandi reti stanno comprando di meno. Dal canto loro, le grandi produzioni dovranno ‘rifarsi in fretta’ e la concorrenza sarà ancora più spietata a discapito – si teme – della qualità. L’intelligenza artificiale potrebbe tornare ad essere ‘indispensabile’ anche per scegliere le produzioni più redditizie vincolando la creatività che lo strike di Hollywood ha tanto difeso.
Bruno Beckmann di Arcilight Films spiega che le tante produzioni ferme da mesi potranno provocare ‘una bolla artificiale’. Troppi prodotti su un mercato che non potrà assorbirli.
Intanto, una buona notizia viene dai compratori asiatici . ‘La Cina ha riaperto le porte’ – afferma Beckmann – ‘sono rimasti chiusi per tanto tempo e ora hanno sete di contenuti occudentali’.
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