(Marzia Giglioli)
Si chiama Digit ed è un robot che, per ora, raccoglie contenitori vuoti e li sposta. Amazon ha annunciato che lo sperimenterà e la ditta che lo produce (Agility) ha aperto due mesi fa una fabbrica nell’Oregon per incrementarne la disponibilità.
Digit ha una testa con delle telecamere, altri sensori e occhi animati e un torso che funziona essenzialmente come motore. Ha due braccia e due gambe, ma le sue gambe sono più simili a quelle di un uccello che a quelle umane. Non è ancora estetico e non assomiglia a quei robot di bell’aspetto che immaginiamo nei film come nostri sostituiti umanoidi.
Ma è efficiente e già potrebbe sostituire molte unità di lavoro.
Intanto la gara tra società e start-up è serratissima e la loro filosofia lancia molti slogan “buonisti”.
“I robot risolveranno i problemi di mancanza di manodopera e compenseranno la denatalità”. Geordie Rose, co-fondatore e CEO della startup Sanctuary AI con sede nella British Columbia spiega, in una intervista su Fortune, che per un robot “il problema più difficile è fargli comprendere il mondo ed essere in grado di usare i suoi mezzi ”, come farebbe un uomo.
Il nuovissimo e primo robot bipede di Sanctuary, Phoenix, può attualmente rifornire gli scaffali, scaricare i veicoli per le consegne e gestire una cassa, ma Rose vede già come obiettivo che i robot riusciranno a percepire il mondo fisico e saranno in grado di ragionarci dentro, un modo di essere che assomiglia molto all’intelligenza.
“Vogliamo essere in grado di fornire manodopera al mondo, non solo per una cosa, ma per tutti coloro che ne hanno bisogno”, ha detto Rose. “I sistemi devono essere in grado di pensare come le persone. Quindi potremmo chiamarla intelligenza artificiale generale, il che soddisferà i ruoli lavorativi in tutta l’economia”.
Per avere una prima “misura”, si calcola che Walmart impieghi circa 2,3 milioni di persone in tutto il mondo. McDonald’s circa 2 milioni. Se si volessero sostituire almeno la metà di queste persone con robot, 2,15 milioni di persone rimarrebbero senza lavoro. E questa cifra riguarda solo 2 aziende in tutto il mondo.
Nessuno sembra saper calcolare l’impatto occupazionale e, soprattutto, quello della nuova identità sociale.
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