Il ‘male banale’ e le parole vuote / The ‘banal evil’ and empty words

(Marco Emanuele)

Dedicato a Lydia. Lei non sa ancora il perchè … 

A chi è appena nato, e a chi nascerà, auguriamo di vivere nella libertà di ‘poter essere’. Perché, nel nostro mondo, questa libertà è proibita a troppe persone.

Al principio era il silenzio. Ed è dal silenzio, e nel silenzio, che nasce la parola. Mentre le nostre parole, quelle di cui sono piene le cronache, sono dense di inutilità e fanno danno perché non rivelano il profondo di realtà, le parole vere dovrebbero essere di empatia, di ri-conoscimento nel dolore di chi deve fare i conti con la tempesta del  ‘male banale’.

I femminicidi, a opera di esseri umani che non hanno risolto il nodo esistenziale della differenza tra l’essere uomo e l’essere maschio, rappresentano la de-generazione di chi crede di avere il diritto di disporre della vita altrui, qualunque sia la ragione. Non limitiamoci ad esprimere parole vuote sul gesto finale di qualsivoglia violenza ma interroghiamoci, se ne siamo capaci, sul percorso che ha portato a quell’atto.

L’oltraggio e la violenza sulle donne riguarda l’essenza stessa della nostra condizione umana. Perché quella violenza si somma all’altra, geostrategica, di qualcuno che pensa, in nome di Dio o usando il disagio dei popoli, di poter eliminare altri dal palcoscenico della storia. Così come, in molti casi, il diritto alla difesa si va progressivamente trasformando in diritto alla vendetta.

In ogni caso è questione di dominio. In ogni caso, le parole che leggiamo e che utilizziamo toccano banalmente la superficie di ciò che accade. Mentre studiamo e viviamo le frontiere dell’innovazione, torniamo pre-istorici. Dal silenzio, rispettando ogni dolore, occorre percorrere i sentieri sempre più tortuosi, e complessi, del ‘chi diventiamo’.

(English version)

Dedicated to Lydia. She still doesn’t know why…

To those who have just been born, and to those who will be born, we hope to live in the freedom of ‘being able to be’. Because, in our world, this freedom is forbidden to too many peoples.

In the beginning it was silence. And it is from silence, and in silence, that the word is born. While our words, those of which the news is full, are full of uselessness and cause harm because they do not reveal the depths of reality, the true words should be of empathy, of re-cognition in the pain of those who have to deal with the storm of  ‘banal evil’.

Feminicides, carried out by human beings who have not resolved the existential issue of the difference between being a man and being a male, represent the degeneration of those who believe they have the right to dispose of the lives of others, whatever the reason. Let’s not limit ourselves to expressing empty words about the final gesture of any violence but let’s ask ourselves, if we are capable, about the path that led to that act.

Outrage and violence against women concerns the very essence of our human condition. Because that violence adds to the other, geostrategic, of someone who thinks, in the name of God or using the discomfort of the people, they can eliminate others from the stage of history. Just as, in many cases, the right to defense is progressively transformed into the right to revenge.

In any case it is a question of dominance. In any case, the words we read and use merely touch the surface of what happens. As we study and experience the frontiers of innovation, we go back to being pre-historic. From silence, respecting every pain, we must travel the increasingly tortuous and complex paths of ‘who we become’.

(riproduzione autorizzata citando la fonte – reproduction authorized citing the source)

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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