(Marzia Giglioli)
Siccità e inondazioni. Uno studio dell’Università di Bristol spiega: il clima dell’Italia è come quello dell’Etiopia.
Pubblichiamo il testo di presentazione del Rapporto di WaterAid in collaborazione con le Università di Bristol e Cardiff.
Si accavallano gli allarmi climatici e su più fronti giungono aggiornanenti sempre più gravi sul climate change. Oggi è stato presentato uno Studio di WaterAid che evidenzia come milioni di persone stiano soffrendo a causa del clima, soprattutto per l’alternarsi estremo di siccità e inondazioni. Lo studio mette in evidenza anche quanto sta accadendo nell’Italia del Nord dove la siccità è raddoppiata negli ultimi 20 anni con un clima che è sempre più simile all’Etiopia e al Corno d’Africa. La ricerca di WaterAid cpmprende anche una serie di immagini satellitari e l’analisi sui dati climatici in collaborazione con l’Università di Bristol e l’Università di Cardiff.
I risultati mostrano che, sotto un “colpo di frusta” di pressioni climatiche estreme, le aree che un tempo erano soggette a frequenti siccità sono ora più soggette a frequenti inondazioni, mentre altre regioni storicamente soggette a inondazioni ora sopportano siccità più frequenti. Ciò sta avendo un impatto devastante sulle comunità di queste regioni.
La co-responsabile ricercatrice Katerina Michaelides, professoressa di idrologia delle zone aride presso il Cabot Institute for the Environment dell’Università di Bristol, ha dichiarato: “ Siamo arrivati a comprendere che il cambiamento climatico non porterà a un cambiamento monolitico dei rischi climatici, nonostante l’aumento delle temperature a livello globale. Invece, è probabile che il profilo di rischio di qualsiasi regione cambi in modi imprevedibili. Questi fattori devono essere considerati per supportare l’adattamento climatico per la vita e il sostentamento degli esseri umani in tutto il mondo”.
Negli ultimi due decenni, le aree del Pakistan, del Burkina Faso e del Ghana settentrionale – normalmente associate a condizioni più calde e secche – si sono trasformate per diventare sempre più umide e soggette a inondazioni.
Al contrario, la regione meridionale dello Scebeli in Etiopia, che tra il 1980 e il 2000 ha vissuto numerosi periodi di inondazioni, mostra ora una tendenza verso una siccità prolungata e grave. Il fiume Shabelle – una delle principali fonti d’acqua per la Somalia – ha recentemente sperimentato le peggiori condizioni di siccità nel Corno d’Africa, ma si è concluso con una grave inondazione nell’aprile di quest’anno.
Si tratta di un fenomeno che si rispecchia nel Nord Italia, dove i dati mostrano che il numero di intensi periodi di siccità è più che raddoppiato dal 2000. Ma questi sono intervallati da rischi di inondazioni estreme, come illustrano i fenomeni in Lombardia di maggio e luglio di quest’anno.
La ricerca ha esaminato la frequenza e l’entità dei rischi di inondazioni e siccità negli ultimi 41 anni in località di sei Paesi in cui opera WaterAid: Pakistan, Etiopia, Uganda, Burkina Faso, Ghana e Mozambico, aggiungendo l’Italia per un confronto europeo per affrontare il tema che gli impatti dei cambiamenti climatici non si distinguono in base alla regione.
Il ricercatore co-responsabile, il professor Michael Singer della School of Earth and Environmental Sciences dell’Università di Cardiff, ha avvertito che questi fenomeni climatici non sono limitati ai Paesi citati.
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