Scenari complessi e tecnologia – Complex scenarios and technology

Per comprendere un quadro di realtà in continuo movimento servono scenari complessi. Il fatto e fattore tecnologico è decisivo per vivere nel futuro già presente.

In tanti, e giustamente, si pongono la questione della finalizzazione etica dell’esperienza tecnologica. La Rome Call for AI Ethics mette a disposizione un quadro di riflessione strategica davvero prezioso: chi si occupa di temi tecnologici non può prescinderne. Allo stesso modo, crediamo sia fondamentale il Manifesto per una Società 5.0.

Dentro ai contenuti della Call promossa dalla RenAIssance Foundation istituita presso la Santa Sede, e del Manifesto di Geoknowledge Foundation, la nostra riflessione tocca un punto scoperto nel discorso pubblico: l’esperienza tecnologica come parte della costruzione dinamica di una “bussola geostrategica” per uno sviluppo umano integrale e dentro la prospettiva, da ri-pensare, della “società aperta”. La questione più ampia, che dovrebbe riguardare ciascuno di noi, è la sostenibilità politico-strategica del mondo e dei mondi.

Dentro al cambio di era che stiamo vivendo, è la “rivoluzione tecnologica” a trasformare tutti i nostri paradigmi culturali e operativi di riferimento. E’ la spinta sull’innovazione, crescente e sempre più diffusa, a metterci di fronte a grandi opportunità e ad altrettanti rischi. Se il progresso dell’intelligenza artificiale è indice di evoluzione-involuzione, ponendo domande alla creatività umana (peraltro responsabile della creazione di strumenti tecnologici sempre più potenti e invasivi), la sfida tecnologica è il tema del mondo-che-è nel mondo-che-diventa.

In termini di giudizio storico, un discorso pubblico adeguato dovrebbe occupare lo spazio esistente tra le grandi potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e le pericolose derive di disuguaglianza che percorrono il mondo che conosciamo. E’ paradossale che lo stesso uomo riesca continuamente a superare i propri limiti attraverso la tecnologia e produca le de-generazioni che vediamo dentro e intorno a noi.

In aggiunta, l’aumento dei rischi è connesso alla megacrisi de-generativa nella quale siamo immersi: le tecnologie possono aiutare ad affrontare tale megacrisi, si pensi anzitutto alla questione dei cambiamenti climatici, attenuando il rischio e lavorando per la giustizia sociale e la pace (in tal modo ri-generando sicurezza). Il mosaico-mondo ha bisogno della tecnologia, altrettanto di regole che pongano al centro la salvaguardia della vita-del-vivente, dentro al destino planetario che occorre condividere. Bifronte, le tecnologie vanno considerate, oltre che nella loro efficacia e come evidente tema di competizione geopolitica, nella loro finalizzazione etica in ogni “dove” dell’esperienza umana.

(English version)

Complex scenarios are needed to understand a picture of ever-changing reality. The technological fact and factor is decisive for living in the future already present.

Many, and rightly so, ask the question of the ethical finalisation of the technological experience. The Rome Call for AI Ethics provides a truly valuable framework for strategic reflection: those who deal with technological issues cannot prescind from it. Likewise, we believe that the Manifesto per una Società 5.0 is fundamental.

Within the contents of the Call promoted by the RenAIssance Foundation established at the Holy See, and of the Manifesto of Geoknowledge Foundation, our reflection touches a sensible point in the public discourse: the technological experience as part of the dynamic construction of a “geostrategic compass” for an integral human development and within the perspective, to be rethought, of the “open society”. The broader question, which should concern each of us, is the political-strategic sustainability of the world and worlds.

Within the changing era we are experiencing, the ‘technological revolution’ is transforming all our cultural and operational paradigms. It is the growing and increasingly widespread push for innovation that confronts us with great opportunities and just as many risks. If the progress of artificial intelligence is an indication of evolution-involution, posing questions to human creativity (moreover, responsible for the creation of increasingly powerful and invasive technological tools), the technological challenge is the issue of the world-that-is in the world-that-becomes.

In terms of historical judgement, a proper public discourse should occupy the space between the great potential offered by new technologies and the dangerous drifts of inequality that run through the world we know. It is paradoxical that man himself continually overcomes his limits through technology and produces the de-generations we see in and around us.

In addition, the increase in risks is connected to the de-generative megacrisis in which we are immersed: technologies can help to deal with this megacrisis, think first of all of the issue of climate change, by mitigating the risk and working for social justice and peace (thus re-generating security). The mosaic-world needs technology, just as it needs rules that place the protection of life-living at the centre, within the planetary destiny that needs to be shared. Two-faced, technologies must be considered, not only in their efficacy and as an obvious subject of geopolitical competition, but also in their ethical finalisation in every ‘where’ of human experience.

 

 

Marco Emanuele
Marco Emanuele è appassionato di cultura della complessità, cultura della tecnologia e relazioni internazionali. Approfondisce il pensiero di Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. Marco ha insegnato Evoluzione della Democrazia e Totalitarismi, è l’editor di The Global Eye e scrive per The Science of Where Magazine. Marco Emanuele is passionate about complexity culture, technology culture and international relations. He delves into the thought of Hannah Arendt, Edgar Morin, Raimon Panikkar. He has taught Evolution of Democracy and Totalitarianisms. Marco is editor of The Global Eye and writes for The Science of Where Magazine.

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