Sciopero UAW, l’America in cerca di una nuova identità – UAW strike, USA in search of a new identity

(Marzia Giglioli)

I partiti sul banco di prova di questa nuova richiesta dal basso che sta cercando di sanare anche le questioni razziali

L’America protesta e i cortei interpretano il nuovo malessere, quello che i numeri della finanza non registrano. In gioco c’è molto di più e dietro le rivendicazioni salariali dei lavoratori dell’ UAW (United Auto Workers), che sfilano in queste ore, si legge anche una nuova America che mette sotto accusa i suoi partiti e cerca nuovi rapporti interrazziali finora ghettizzati nei due partiti Democratico e Repubblicano.

Lo sciopero dell’UAW contro i big delle case automobilistiche di Detroit non è solo una vertenza tra lavoratori e aziende, riguarda anche le divisioni tra bianchi e i neri e i loro rispettivi rapporti con i partiti.

La protesta, infatti, ha un nuovo volto perché raramente negli States si vedono folle multirazziali riunite insieme in corteo per uno scopo comune.

‘Lo sciopero dell’UAW se avrà successo potrebbe anche avere un impatto sugli schieramenti politici e su quella che rappresenta una delle tendenze politiche più significative in America: l’esodo degli elettori bianchi della classe operaia dal Partito Democratico, alimentato in parte dal risentimento razziale’, scrive nella sua analisi John Blake della Cnn.

La cronaca ha visto scattare lo strike circa 15 giorni fa.

La vertenza investe una cospicua parte dell’economia americana, tanto che il presidente Biden si è unito ai lavoratori in un picchetto,  schierandosi con i lavoratori della UAW.

Ad accendere la miccia della protesta ci sono i dati economici delle principali case automobilistiche che hanno registrato profitti record e l’importo dei redditi degli amministratori delegati che risultano guadagnare 300 volte di più dei loro dipendenti.

La questione della forbice salariale e delle disuguaglianze reddituali era stato anche uno dei temi caldi della campagna del presidente Obama che aveva più volte denunciato il gap tra chi lavora e chi dirige un’azienda con un’escalation che, negli ultimi anni, ha fatto ancor più crescere il divario.

Sui dati di crisi e sulle crescenti disuguaglianze, i sindacati americani stanno vivendo in questo periodo una vera rinascita con indici di adesione che non si vedevano dagli anni ’60.

Ed è proprio questo dato a far pensare che potrebbe essere il sindacato a far da nuovo collettore riducendo le divisioni razziali per diventare un forte soggetto rappresentativo delle istanze collettive.

‘I partiti sembrano infatti da molto tempo influenzati dalle questioni razziali’ – fa notare John Blake – ‘tanto che il partito repubblicano ha beneficiato dell’esodo costante di elettori bianchi della classe operaia sin dagli anni ’60, quando Lindon Johnson (presidente democratico) appoggiò un’importante legislazione sui diritti civili’.

Da allora nessun presidente democratico ha ottenuto la maggioranza dei voti bianchi. Mentre più dell’80% degli elettori repubblicani sono bianchi.

Diversi storici americani ritengono che sia stato proprio il declino dei sindacati uno dei fattori che hanno contribuito all’elezione di Donald Trump nel 2016, perché gli elettori bianchi della classe operaia, non avendo più riparo nella ‘casa sindacale’, hanno trovato solidarietà in un movimento populista.

I cortei di queste ore indicano invece una via diversa da quella del partitismo e delle divisioni razziali, convergendo su un nuovo nemico: l’avidità delle aziende.

Lo sciopero dell’UAW è quindi molto di più di quello che è scritto sugli striscioni e potrebbe davvero rappresentare un nuovo manifesto americano in cerca di altri interpreti e di nuove rappresentanze.

(English version)

Parties on the test bench of this new demand from below that is also trying to face racial issues

America is protesting and the marches are interpreting the new malaise, the one that the financial numbers do not register. There is much more at stake, and behind the wage demands of the UAW (United Auto Workers), who are parading in these hours, we can also read a new America that puts its parties on trial and seeks new interracial relations hitherto ghettoised in the two parties, Democratic and Republican.

The UAW strike against the Detroit automakers is not only a dispute between workers and companies, it is also about the divisions between whites and blacks and their respective party relations.

The protest, in fact, has a new face because rarely in the States do you see multi-racial crowds gathered together in a procession for a common purpose.

‘The UAW strike, if successful, could also have an impact on political alignments and on what represents one of the most significant political trends in America: the exodus of white working-class voters from the Democratic Party, fuelled in part by racial resentment,’ writes CNN’s John Blake in his analysis.

The news saw the strike go off about 15 days ago.

The dispute affects such a large part of the American economy that President Biden joined the workers in a picket line, siding with the UAW workers.

Igniting the fuse of the protest are the economic data of the major car manufacturers that have recorded record profits and the amount of income of CEOs who are reported to earn 300 times more than their employees.

The issue of the wage gap and income inequalities had also been one of the hot topics of President Obama’s campaign, which had repeatedly denounced the gap between those who work and those who run a company, with an escalation that has made the gap grow even wider in recent years.

Against the background of the crisis and the growing inequality, American trade unions are currently experiencing a real renaissance with membership rates not seen since the 1960s.

And it is precisely this data that suggests that it could be the trade unions that act as a new collector, reducing racial divisions to become a strong representative of collective demands.

‘In fact, the parties have long seemed to be influenced by racial issues,’ John Blake points out, ‘so much so that the Republican party has benefited from the steady exodus of white working-class voters since the 1960s, when Lindon Johnson (a Democratic president) supported major civil rights legislation’.

Since then, no Democratic president has won a majority of the white vote. While more than 80% of Republican voters are white.

Several American historians believe that it was the decline of unions that was one of the factors contributing to Donald Trump’s election in 2016, because white working-class voters, no longer having shelter in the ‘union house’, found solidarity in a populist movement.

Instead, the marches of these hours point to a different path from partisanship and racial divisions, converging on a new enemy: corporate greed.

The UAW strike is therefore much more than what is written on the banners and may indeed represent a new American manifesto in search of other interpreters and new representations.

(riproduzione riservata)

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